Le statistiche sulla collaboration: un trend positivo

Scopri le statistiche sulla collaboration dell’ultimo decennio

Con l’avvento della pandemia, molte aziende hanno subito un improvviso cambiamento, passando dalla collaborazione in presenza al digitale. Gli strumenti di digital collaboration hanno giocato un ruolo fondamentale nel corso di questa trasformazione. Grazie ad essi, anche le aziende più piccole hanno avuto la possibilità di lavorare in remoto, limitando i danni nonostante le restrizioni. Sebbene la digital collaboration sia stata introdotta oltre due decenni fa, l’avvicinamento al mondo dello smartworking ne ha fortemente incrementato la diffusione.

I tool di collaboration sono fondamentali in ogni realtà aziendale. Attraverso applicazioni come Microsoft Teams è possibile creare un vero e proprio ufficio virtuale. Essi permettono lo scambio di dati, l’organizzazione di meeting online e l’integrazione di altri servizi funzionali come Semplisio, perfetto per unire ai vantaggi della collaboration quelli delle piattaforme di cloud automation.

Dopo l’incremento registrato negli ultimi anni, le statistiche sulla collaboration mostrano ancora un trend positivo. Oltre il 48% degli impiegati afferma che disporre di uno strumento di collaboration sia essenziale oggi per un’azienda competitiva (fonte McKinsey) . Ciò significa che molte realtà potrebbero continuare ad investire nella digital collaboration anche ad emergenza ultimata. I motivi alla base sono molteplici e vanno dall’aumento di produttività al miglioramento della comunicazione interna.

Le statistiche sulla collaboration: i numeri del successo durante e dopo il COVID

Secondo una ricerca effettuata da Gensler, nel secondo semestre del 2020 oltre il 50% delle aziende americane ha scelto di lavorare full-time in remoto, sfruttando la digital collaboration. Il 19% di esse, invece, ha puntato su un modello ibrido, cioè solo parzialmente basato sul lavoro in presenza. Quest’ultima soluzione ha riscosso un discreto successo: oltre il 50% dei lavoratori si è espresso a favore della sua adozione anche nel post-pandemia.

La ricerca è stata effettuata su un campione di oltre 2000 lavoratori appartenenti ad un ampio range di età (18-55+). Per questo motivo, i dati evidenziati sono molto interessanti.  Essi sottolineano come Il cambiamento sia stato ben accolto dalla classe dei nativi digitali, già abituati a questo tipo di approccio. I più giovani si sono mostrati favorevoli anche a soluzioni più drastiche, come l’adozione della modalità in remoto full-time. Le statistiche sulla collaboration più sorprendenti riguardano, però, un’altra fetta di campione. Da questi numeri, infatti, si può evincere come lo smartworking e i tool di digital collaboration abbiano conquistato anche le vecchie generazioni. L’entusiasmo legato al modello ibrido è dettato soprattutto dalla possibilità di sfruttare la flessibilità della collaboration senza gravare troppo sulla socialità.

La collaboration diminuisce lo stress e aumenta la produttività

Il lavoro in remoto è solo una delle tante conseguenze della digital collaboration. Negli ultimi anni, essa ha migliorato anche le condizioni di lavoro in ufficio. Un’azienda può essere vincente solo se dispone di una squadra motivata. Costruire un workplace aperto e ordinato potrebbe essere il primo passo verso prestazioni più efficienti.

I dati raccolti da Deloitte confermano quest’ipotesi: la digital collaboration migliora l’ambiente lavorativo. Il grado di soddisfazione dei lavoratori è già salito del 17% nell’ultimo decennio e il livello di stress generale è diminuito dell’80%. Vantaggi come l’accesso semplificato e settoriale al database aziendale, infatti, permettono di evitare disguidi superflui e di risparmiare tempo. Grazie ai tool di collaboration, quindi, l’archivio diventa più ordinato e accessibile, migliorando l’umore dei lavoratori.

Disporre di una forza-lavoro soddisfatta e di un workplace più organizzato permette di raggiungere risultati migliori. L’introduzione della digital collaboration ha infatti portato ad un netto aumento della produttività aziendale, della qualità della comunicazione e della trasparenza. Dal 2013, la percentuale di crescita di questi fattori in Italia si aggira intorno al 70%. Le statistiche sulla collaboration raccolte da Front & Sullivan indicano che il trend resta comunque promettente anche su scala mondiale. I dati sono chiari: le aziende che dispongono dei tool di collaboration (circa il 30% delle totali) producono fino ad un terzo in più rispetto alle altre.

digital collaboration tool

Le statistiche sulla collaboration: un booster per la comunicazione interna

Uno dei punti di forza della digital collaboration è il miglioramento della comunicazione interna all’azienda. Questo accade perché, utilizzando un’app come Microsoft Teams, ogni barriera fisica viene abbattuta. Grazie alla digital collaboration, è possibile infatti realizzare dei teamwork in cui lavorare in cloud, ovunque i suoi membri si trovino.

Comunicare bene è essenziale nelle grandi realtà. Per questo motivo, oltre il 90% delle aziende mondiali dispone di tool di collaboration per la comunicazione interna. Oltre un terzo ha scelto di utilizzare Microsoft Teams. L’impiego crescente di questi mezzi ha profondamente cambiato il modo di organizzare ed effettuare le riunioni. Solo nel 2019, si è registrato un aumento del 48% dei meeting tra lavoratori via videocall.

Poter comunicare sempre e comunque significa disporre costantemente di una forza lavoro coordinata e raggiungibile. Quest’aspetto è davvero importante per le aziende, in quanto ne assicura una crescita organica e omogenea. Le statistiche sulla collaboration parlano chiaro: il miglioramento della comunicazione interna si riflette nella qualità delle performance aziendali. Le caratteristiche dei prodotti realizzati sono migliorate di oltre il 34%, così come il grado di soddisfazione dei clienti, cresciuto del 41%.

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