Facebook libra: ecco la nuova moneta
La notizia è ufficiale: Facebook lancerà una propria criptovaluta. Una decisione, quella del numero uno dei social network Mark Zuckerberg, che ben si concilia con la volontà di fidelizzare ancor di più, se possibile, la vastissima utenza.
La nuova valuta si chiamerà Libra e sarà attiva entro la fine del prossimo anno. Per poterla lanciare, il colosso dei social ha lavorato a stretto contatto con gli esponenti dell’alta finanza mondiale: il governatore della banca d’Inghilterra Mark Carney (come riportato da Focus), i vertici del Tesoro Americano e la Western Union, società specializzata nel settore del global money transfer.
Come funziona Facebook Libra?
La nuova moneta di Facebook, oltre ad avere una potenziale utenza di 2,4 miliardi di persone (tanti sono gli iscritti), sarà garantita da blockchain, lo stesso registro digitale utilizzato per le transazioni di bitcoin.
Per poter utilizzare Libra, Facebook studierà il lancio di una nuova app dedicata, ma sarà possibile spendere la nuova criptomoneta anche attraverso Messenger e Whatsapp per l’acquisto di beni e servizi messi in vendita da privati e aziende.
Si tratta di una vera rivoluzione della finanza digitale, che fonda la sua ragion d’essere sulla credibilità di Facebook stesso. Vista la fiducia di cui gode il social di Zuckerberg, l’investimento nella criptovaluta di riferimento non rasenterebbe i rischi di un azzardo per gli interessati. Al contrario, potrebbe configurare l’opportunità di fornire una forma di investimento alternativa in un mercato – quello della moneta virtuale – che è in continua crescita.
Occhio agli hacker
La paura è ugualmente dietro l’angolo. Se, da un lato, la nuova moneta di Facebook sembra rappresentare un investimento abbastanza garantito, dall’altro il timore è quello del comunissimo attacco hacker. Un’ipotesi di questo tipo si è già verificata nel 2018, quando circa 50 milioni di utenti Facebook (numero successivamente ridimensionato a 30) furono colpiti da un attacco finalizzato alla sottrazione dei cosiddetti “token”, che permettevano al “ladro” di rimanere connesso senza reinserire le credenziali ad ogni accesso alla piattaforma.
La risoluzione della problematica fu rapida (circa due giorni), ma, da quel, momento, facebook non ha mai smesso di collaborare con l’Fbi per individuare gli attentatori.
In quella occasione non furono le criptomonete a divenire oggetto dell’offensiva della cyber pirateria, ma le identità (e le informazioni) degli iscritti. Stavolta, il piatto sarebbe più ricco. Gli esperti sanno bene che le informazioni degli iscritti rappresentano ugualmente una fetta di torta particolarmente golosa. Ma l’ipotesi di entrare nei profili facebook dell’utenza e sottrarre criptodenaro appare, evidentemente, più ghiotta per i criminali informatici.
Come difendersi
Zuckenberg sembra aver pensato proprio a tutto. A questo proposito, trova fondamento l’idea di creare un’app dedicata da cui l’utente possa acquistare beni e servizi in totale serenità e senza rischi di infiltrazione. La massima personalizzazione dell’applicazione permetterà di prevenire attacchi informatici e preserverà la libertà di circolazione di Libra, garantendo massima sicurezza agli utenti.
Facebook libra e le maglie della legge: ecco perchè
La trafila legale che Facebook dovrà affrontare prima di ricevere l’autorizzazione a emettere (cripto) moneta sarà tutt’altro che snella. Per poter diffondere una moneta c’è bisogno, infatti, di un’autorizzazione che permetta di operare, a tutti gli effetti, al pari di un istituto di credito. La sostanziale rinuncia alla detenzione di un monopolio millenario (che, però, comincia a vacillare) potrebbe giustificare la reticenza delle banche.
Nel contempo, Facebook coltiva l’ambizione di avere una moneta propria per delle ragioni strettamente connesse alla profilazione totale dell’utente. Tracciando il flusso di (cripto) denaro che ogni iscritto a Facebook lascerebbe facendo acquisti. Il gigante dei social network centrerebbe l’obiettivo definitivo. Raccogliere informazioni quanto più precise e dettagliate sull’atteggiamento dei consumatori.