Intervista a Marco Stassolla: il manager pragmatico che parla la lingua della PMI

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Abbiamo intervistato Marco Stassolla, Senior Advisor di Hquadro, figura di fondamentale importanza per il business development delle PMI. L’obiettivo dell’intervista era quello di ottenere un profilo chiaro della sua figura, ma, soprattutto, spiegare i motivi per cui oggi la piccola e media impresa non possa più prescindere da una soluzione come Semplisio.

Ciao Marco. Innanzitutto, una domanda facile, ma mai banale: che mestiere fai?

(ride, ndr). «Domanda acuta. Sono un Business development manager, come riportato sul mio profilo Linkedin. Il job title in Hquadro, invece, è senior advisor.»

Sai che su internet non siamo riusciti a trovare informazioni sul senior advisor?

«Il senior advisor è un consulente di direzione. Molto probabilmente non esiste come terminologia esatta da tradurre, ma è molto presente all’interno delle grandi aziende: in queste, è di uso comune definirsi senior advisor. Potremmo fare riferimento, per maggior chiarezza, al titolo che trovi sul mio profilo linkedin: senior business development manager. Una persona senior che aiuta le PMI a incrementare il business.»

Parlaci della tua esperienza professionale.

«Ho cominciato in una piccola azienda nell’ambito dell’editoria professionale. Dopo dieci anni di esperienza in ambito commerciale, l’azienda in cui lavoravo è stata acquisita dalla multinazionale WOLTERS KLUWER, che opera in Italia nel mercato dell’editoria professionale, del software, della formazione e dei servizi. L’esperienza iniziale nella PMI è quella che mi ha fatto crescere professionalmente, accompagnandomi nello sviluppo delle mie potenzialità all’interno di un contesto più grande.

Il mio presupposto è fare cose che mi divertano, applicando le mie conoscenze al business delle PMI con un approccio pragmatico. Sono una persona concreta, che ama confrontarsi continuamente con il mercato di riferimento senza tralasciare una visione strategica. Molto spesso si tende a scindere questa dalla concretezza, perché si pensa che chi sia troppo vicino ai problemi non possa avere una visione strategica. Io, in realtà, penso esattamente l’opposto: l’azienda la conosci se la vivi, se ti accorgi che al suo interno c’è “un pezzo” da cambiare, e lo cambi. E’ come una casa: se la guardi dall’esterno potrai giudicare la facciata e le finestre. Ma è dall’interno che si individuano le pecche – e i punti di forza – di una struttura.»

Bello il parallelismo con la casa. La tua com’è?

«Funzionale. Tengo sempre a mente un motto, che è valido per la vita, ma anche per le aziende: dreaming and execution. All’insegna del pragmatismo. Ho avuto successo nella grande multinazionale perché sono stato in grado di mantenere lo stesso approccio che avevo nella piccola impresa, ottenendo – in entrambi i casi – i risultati sperati.»

Parliamo di Semplisio: innanzitutto, come lo spiegheresti al lettore?

Una rivoluzione digitale. Senza mezzi termini.

Perché?

Perché è una piattaforma che permette, potenzialmente, di integrare tutti i software che espongono API. Non è un’integrazione dei software one to one, ma un’integrazione trasversale. All’interno della Piattaforma esiste, inoltre, un editor di workflow.
Semplisio è il futuro perché tramite le API permette di integrare processi: nei prossimi anni l’imprenditore potrà scegliere le migliori soluzioni software verticali, al resto penserà Semplisio garantendo l’integrazione dei processi in maniera automatica, senza scrivere una riga di codice. Una rivoluzione digitale per le PMI, appunto. A costo contenuto.

Dicci di più a riguardo.

«Semplisio permette un’integrazione dinamica che ottimizza i processi. La piattaforma sfrutta una tecnologia moderna che permette di integrare qualsiasi tipo di software esistente, risolvendo, di fatto, una problematica comune a tante PMI.»

Qual è l’errore più comune commesso dalle PMI, nel mercato attuale?

«La bassa digitalizzazione. In questo momento il problema è di tipo culturale: la piccola e media impresa non è abituata a lavorare per processi. Non è solo colpa delle PMI, però. E’ anche il mercato che propone soluzioni verticali spesso non integrate con gli altri applicativi esistenti in azienda.»

Facci un esempio.

«Con Semplisio inserisci il codice articolo di un prodotto una volta sola e lo trovi in tutti gli applicativi. E’ un esempio molto semplice di come si possa raggiungere l’efficienza attraverso la digitalizzazione. Semplisio ha due vantaggi: aiuta a sviluppare business e a incrementare efficienza. Senza dimenticare la soluzione del problema dei “data sylos”!.»

Cioè?

«Con l’avvento del cloud e con il proliferare delle applicazioni, spesso si adottano diversi applicativi verticali che non si parlano tra di loro. Si alimenta, così, il famigerato “data sylos”: i dati sono depositati nei singoli applicativi ma non comunicano tra di loro. Semplisio risolve questo problema con l’integrazione. Pertanto, è possibile analizzare la base dati indipendentemente dall’applicativo in cui risiede il dato stesso.»

Grazie della chiacchierata, Marco. Vuoi aggiungere qualcosa in chiusura?

«Si. Un appello alle PMI: digitalizzate i processi. Qualunque cosa voi facciate. Le grandi aziende lo stanno già facendo. La PMI italiana ha, oggi, un gap da colmare con quella straniera. Non nel campo della produzione – dove siamo tra i primi in Europa – ma in quello dell’efficienza e dell’incremento dei canali di vendita a basso costo. Dobbiamo investire nel digitale per non continuare a interfacciarci in un mercato comunitario che corre a due velocità. Sembrerà uno slogan politico, ma è così: per diventare grandi dobbiamo cominciare a pensare in grande.»

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